Il 2019 della Sharing Economy e del noleggio by Rentorshare!
Il 2019 della Sharing economy e del noleggio è stato per molti versi un anno frizzante. Excursus dei principali eventi del 2019 targati Rentorshare.
Il 2019 della Sharing economy e del noleggio è stato per molti versi un anno frizzante. Come nelle formule editoriali più classiche anche noi salutiamo il vecchio anno in attesa di quello nuovo che avanza con una breve carrellata dei principali eventi dell’anno. Il 2019 è stato l’anno che ha visto alcuni giganti della Sharing Economy accrescere maggiormente il loro potere e per altri l’insorgere di crisi e nuove problematiche. E’ stato l’anno delle quotazioni di borsa e delle fusioni. E’ stato l’anno di nuove regolamentazioni.
Crisi bike sharing cinese
Procediamo con ordine. L’anno si è aperto con la grande crisi dei colossi cinesi del bike sharing. Se il 2017 e il 2018 erano gli anni in cui il bike sharing sembrava diventare un monopolio in mano ai colossi cinesi come Ofo e Mobike, il 2019 ha mostrato che si trattava di un fuoco di paglia. La veloce ed enorme crescita di Ofo, Mobike e Obike ha mostrato tutte le inefficienze e le vulnerabilità delle 2 aziende. Obike è fallita e Mobike ha ceduto le sue attività europee e licenziatari di zona come nel caso dell’italiana Idri bk.
Settore in evoluzione: dati positivi
Malgrado l’inizio dell’anno si sia aperto con notizie non piacevoli per il settore, durante il 2019 abbiamo avuto la possibilità di testare lo stato di salute della Sharing Economy e del noleggio. Verso la metà dell’anno sono arrivati i dati relativi al 2018 e così sul fronte della mobilità si è raggiunta la quota di 1 milione di noleggi al giorno. Si parla di 900 mila utenti del noleggio a lungo termine, 130 mila del noleggio a breve e 33 mila del Car Sharing. Dal lato flotte il settore dell’autonoleggio si mostrato stabile malgrado la crisi del comparto Automotive, rappresentando così un ruolo sempre più strategico.
Secondo quanto presentato dal congresso Assodimi anche il noleggio delle macchine per l’edilizia è cresciuto e le imprese che superano il milione di euro di fatturato sono aumentate del 13,9%. Da questo punto di vista il 2019 della Sharing Economy e del noleggio può considerarsi positivo.
Fusioni e quotazioni in borsa
Ad Agosto abbiamo visto la fusione fra Click&Boat e Océans Evasion, 2 aziende europee della Sharing Economy delle barche. Una fusione che porta alla creazione di un’azienda leader in Europa nel mercato del noleggio barche.
Il 2019 passerà alla storia come l’anno della quotazione in borsa dei 2 colossi americani del car sharing: Uber e Lyft. Due quotazioni che nascono fra mille dubbi degli operatori. Uber in particolare registra rossi da record. Nel 2018 perdeva addirittura 1,8 miliardi di dollari. Secondo le spiegazioni dei Ceo Dara Khosrowshahi i motivi sono dovuti a una fase di forti investimenti. Non è un caso, però, che dalla primavera all’autunno entrambe le compagnie abbiano perso considerevole valore rispetto all’IPO.
I problemi di Uber
Uber non ha solo perso valore in borsa. Uber, come sempre, fa discutere di se in tutti i mercati dove opera. Lo stato della California con la sua Assembly Bill 5 potrebbe cambiare lo status di migliaia di driver da indipendenti a dipendenti. Un cambiamento che da un lato migliora le condizioni lavorative dei drivre ma che dall’altro aumenta i costi di gestione di Uber. Non solo, Uber, si è lanciata nel mondo del bike sharing e da subito si è trovata in contrasto con la città di Los Angeles per la gestione dei dati degli utenti e New York dove è stato chiesto di limitare agli utenti la capacità di fare causa in tribunale.
Novità sul piano regolamentare
Uber, Airbnb e Blablacar hanno visto i legislatori di diversi paesi regolamentare i loro settori. Novità che han visto in alcuni casi legittimare la loro attività e in altri nuove criticità. Di Uber e della California Assembly Bill 5 ne abbiam già parlato.
Per Airbnb le novità arrivano un po’ ovunque ma in questo caso abbiam parlato dell’Italia. Nel Decreto Crescita il legislatore le nuove regole sono rappresentate da codice identificativo e dalla raccolta della cedolare secca sulle locazioni brevi. Il codice identificativo altro non è che una richiesta a chi affitta la propria casa o una stanza di iscriversi alla banca dati presso il ministero del Turismo e delle Politiche agricole. Per quanto riguarda la raccolta della cedolare secca sulle locazioni brevi, le piattaforme on-line dovranno raccogliere e poi versare allo Stato una cedolare al 21% su ciascun pagamento.
In Spagna, invece, Blablacar si vede legittimata la sua attività dalla corte d’appello provinciale di Madrid. Blablacar era stata citata in causa in quanto offriva trasporto passeggeri senza regolare licenza. La corte ha invece dichiarato che la compagnia francese è da considerarsi come information society service provider e non come una società di trasporti.
Come abbiamo visto il 2019 della Sharing Economy e del noleggio è stato un anno entusiasmante e ricco di novità e che come Rentorshare abbiamo avuto il piacere di raccontarvi. Pertanto auguri a tutti e…ci rivedremo nel 2020.