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I 5 fattori che stanno rivoluzionando la mobilità

Che siamo nel bel mezzo della rivoluzione della mobilità è, ormai, un dato di fatto. Non si tratta di una novità, è un processo che è iniziato diversi anni anni fa. E’ un cambiamento che nasce da due spinte diverse che interagiscono fra di loro: tecnologia e nuovi modelli economici. Abbiamo cercato di sintetizzare il cambiamento in atto con l’individuazione di 5 fattori che stanno rivoluzionando la mobilità.

 

I 5 fattori che stanno rivoluzionando la mobilità

 

Quello che assistiamo in questi anni è un cambiamento sia tecnologico che culturale. Se da un lato vediamo che le case automobilistiche stanno apportando ai loro veicoli innovazioni di carattere tecnologico, dall’altro vediamo che gli utenti stanno iniziando ad avere esigenze diverse. Tecnologia e nuovi modelli economici interagiscono l’uno con l’altra.  Ad esempio, se da un lato vediamo la crescita del Car Sharing, dall’altro vediamo come le innovazioni tecnologiche permettano l’utilizzo di mezzi a minor impatto ambientale.

I 5 fattori che abbiamo individuato sono: green, software, guida autonoma, accesso al bene, mobilità integrata.

 

1) Green

 

I veicoli elettrici sono una realtà consolidata e in continua crescita. Una crescita trainata dall’evoluzione tecnologica del settore, dalle politiche dei singoli governi nazionali e dagli utenti stessi. Nel 2019 i veicoli BEV (battery electric vehicle) rappresentavano il 3% di tutti i veicoli venduti nel mondo, ma il trend è in crescita. Gli analisti di Wood Mackenzie stimano che entro il 2030 rappresenteranno il 14%.

L’evoluzione delle batterie e la diffusione di colonnine elettriche per il rifornimento stanno contribuendo alla crescita dei veicoli BEV. I veicoli elettrici esistono da un paio d’anni, ma la carenza di questi due fattori ne limitavano la diffusione. A oggi le batterie permettono un’autonomia di 300 Km circa.  Le colonnine si stanno diffondendo sempre più rapidamente grazie all’ingresso di operatori diversi. Solo in Italia si contano 8 operatori su scala nazionale e una miriade di piccoli operatori regionali. C’è chi, come la Go To-U, cerca di trasformare le colonnine di ricarica private delle aziende in colonnine utilizzabili da altri utenti, in modo da creare un network allargato di stazioni di ricarica.

Per quanto la sensibilità verso le tematiche ambientali stia crescendo in maniera considerevole, le auto elettriche a livello economico subiscono un gap piuttosto pesante rispetto ai veicoli a combustibile fossile. Gli incentivi statali stanno colmando questo gap e rendono, ad oggi, il veicolo elettrico piuttosto economico. Il ruolo della politica, in questa fase, è piuttosto rilevante per la crescita del settore.

La mobilità avrà  quindi un minor impatto ambientale e un minor inquinamento acustico. I centri urbani saranno più vivibili. Il rovescio della medaglia, purtroppo, sarà che con la scomparsa di una grossa fetta della componentistica per auto scompariranno molti posti di lavoro.

 

2) Software

 

Uno dei settori più interessanti e in forte evoluzione è quello dei software per l’auto. Che sia un fattore chiave lo si è capito anche dalle dichiarazioni di metà Gennaio 2020 di Herbert Diess, CEO di Volkswagen. Al termine della riunione del board ha dichiarato:  “Volkswagen rischia di fare la stessa fine di Nokia, che ha perso la sua posizione di dominio nel settore della telefonia mobile a favore di Apple” ponendo proprio l’accento sul software e sull’elettronica dei veicoli.

Secondo gli analisti, la maggior quota di valore aggiunto arriverà in futuro dallo sviluppo del software piuttosto che dalla componente fisica del veicolo. Proprio come accade con gli smartphone, per restare in tema col paragone fatto da Diess.

Il mondo del software per le auto è davvero vario. Si va dai software per la gestione dei veicoli elettrici a quelli per la guida assistita, da quelli per migliorare l’esperienza nell’abitacolo a quelli per gestire l’interconnessione fra automobili diverse o i dispositivi mobile.

Secondo gli analisti, in futuro, le vetture saranno in grado di comunicare tra di loro risolvendo problemi legati alla mobilità e rendendo più sicura la guida del veicolo.

Muoversi da un punto A  a B sarà più sicuro, ci saranno meno incidenti, le assicurazioni costeranno di meno e verrà curato l’aspetto esperienziale del viaggio. Nasceranno nuove forme di intrattenimento per i passeggeri e l’auto assomiglierà sempre più a un device come il tablet o lo smartphone.

 

3) Guida autonoma

 

Se si parla di software, il passaggio successivo è quello di parlare della guida autonoma. Tutte le case automobilistiche sono impegnate su questo versante. Non solo, è una delle sfide che interessa maggiormente anche le Big dell’Hi-tech come Google, Apple e gli operatori del Car Sharing come Uber. Come in un’autentica corsa all’oro, nessuno può permettersi di non centrare quest’obiettivo. Probabilmente, dei 5 fattori che stanno rivoluzionando la mobilità, la guida autonoma è quello che potrebbe avere l’impatto più significativo. Secondo uno studio della BCG, nel 2035 il 25% dei veicoli sarà a guida autonoma e il loro mercato varrà 77 miliardi di dollari.

La maggior parte delle persone, oggi, usa l’automobile per recarsi sul posto di lavoro. La parcheggia e la tiene ferma sul piazzale dell’azienda. Quando finisce di lavorare, riprende l’auto e torna a casa. Per 4, 6  o 10 ore il veicolo è inutilizzato. Impiegando il veicolo in questo modo, ciascun componente di un nucleo famigliare necessita di un mezzo proprio per i suoi spostamenti.

Con la guida autonoma, un lavoratore utilizza l’auto per recarsi sul posto di lavoro. Arrivato a destinazione, l’auto può tornare indietro e magari trasportare un altro componente del nucleo famigliare per soddisfare le sue esigenze di mobilità. Da un veicolo per ogni componente familiare si passerà a un veicolo per nucleo familiare. Non solo, quel veicolo potrebbe essere condiviso con altri utenti che, dietro compenso, lo utilizzeranno per i loro spostamenti. Le compagnie di Taxi o di Ride Sharing potrebbero avere flotte di veicoli a guida autonoma così estese da rendere superfluo l’acquisto di un mezzo.

Se i mezzi saranno green potranno circolare in continuazione. Non ci sarà la necessità di parcheggiare il veicolo a ogni spostamento. I parcheggi perderanno la loro utilità e scompariranno. Cambieranno gli spazi urbani.  Purtroppo anche questo cambiamento non sarà indolore, scompariranno molte attività legate alle aree di sosta come i ristoranti e i bar di passaggio o lavori come quello dei taxisti.

 

4) Accesso al bene

Con ogni probabilità, le tecnologie sopra descritte porteranno ad un aumento dei prezzi delle autovetture. Per questo motivo, è possibile che la Sharing Mobililty e il noleggio incrementeranno la loro diffusione. Entrambi i sistemi hanno già rovesciato il paradigma del possesso. In passato l’acquisto di un bene era un passaggio obbligato. Per soddisfare le proprie esigenze di mobilità, le persone compravano l’auto. Con l’arrivo della Sharing Economy e del noleggio, l’accento è stato posto sull’utilizzo. L’esigenza che molte persone hanno è di spostarsi dal punto A a B e non di possedere un auto.

La tecnologia ha dato il suo contributo. Col tempo sono nate piattaforme che favorivano l’incrocio fra domanda e offerta di passaggi o di vetture condivise. A oggi alcune delle maggiori piattaforme sono i principali driver per il cambiamento della mobilità futura. Pensiamo ad esempio agli investimenti di Uber nei Taxi volanti e nei sistemi di guida autonoma.

Non solo noleggio e Sharing Mobility. In futuro assisteremo a pacchetti di servizi legati alla mobilità. Accedere a un’autovettura assomiglierà alla sottoscrizione di un contratto telefonico. Si potrà accedere al bene tramite un abbonamento o tramite un sistema di ricaricabili. In base al pacchetto che uno sottoscrive avrà una gamma diversa di servizi a disposizione.

Se il parco macchine di una comunità inquinerà di meno e sarà dotato di mezzi con guida autonoma, allora avrà bisogno dell’infrastruttura che la gestisca. I servizi legati alla Sharing Mobility e al noleggio sono già dotati di quest’infrastruttura.

 

5) Mobilità integrata

Quando pensiamo alla parola mobilità, viene subito in mente l’automobile. Ma la vettura è solo uno dei mezzi a disposizione per spostarsi da A a B. Una persona può usare i mezzi pubblici, il Car Sharing, il Ride Sharing, il Bike Sharing… Con la mobilità integrata si intende quindi l’interazione e la compartecipazione dei diversi strumenti di mobilità al fine di portare un utente da A a B.

In futuro, con unico biglietto, accederemo ad esempio al Car Sharing per spostarci da casa alla stazione dei treni, poi accederemo alla metro e infine al Bike Sharing per percorrere l’ultimo chilometro. Il tutto studiato e pianificato a monte da apposite app. Uber sta lavorando da tempo a questo genere di mobilità e addirittura a integrarla con taxi volanti. In Italia, invece, il gruppo FS ha lanciato lo scorso Ottobre l’app Nugo dedicata proprio alla mobilità integrata.

Le città di mezzo mondo stanno studiando modelli diversi di mobilità sostenibile e nel futuro prossimo vedremo un brulicare di esempi concreti di mobilità integrata.

Oggi, a seguito del Covid-19, uno dei problemi maggiori per la mobilità è l’aumento dell’uso dell’auto propria a scapito dei mezzi pubblici. Per ovviare all’incremento del traffico urbano sulle tratte brevi, le politiche nazionali e locali stanno promuovendo la micromobilità. Si tratta di mezzi elettrici come la bicicletta, i monopattini, hoverboard adatti per brevi spostamenti e che possono essere organizzati anche in servizi di condivisione dei mezzi.

 

Fattore X

Un aspetto interessante di questi 5 fattori che stanno rivoluzionando la mobilità è che interagiscono fra di loro. Non sono a comparti stagni. Un fattore influenza l’altro. Ma c’è ancora un altro fattore che influenza tutti gli altri. L’uomo. E’ diventato più sensibile ai temi ecologici e non si cura più di possedere un mezzo per utilizzarlo. Fino a qualche anno fa, certi cambiamenti che abbiamo descritto non sarebbero stati possibili se l’uomo non avesse mutato le sue abitudini di consumo. Come spesso capita, l’ultima parola spetta all’uomo.

 

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