Sharing Economy

Sharing economy in India. Il 2020 è l’anno del boom!

La Sharing Economy in India corre veloce. Per il 2020 si parla di un giro di affari di $ 2 milardi. Vediamo le ragioni del boom indiano.

I numeri, le caratteristiche demografiche e quelle culturali fanno pensare che il 2020 sia l’anno del boom della Sharing Economy in India. Secondo il report di Maple Capital Advisor il settore genererà un giro di affari di 2 miliardi di dollari nel 2020. La Sharing Economy è in continua crescita e ormai la varietà di servizi disponibili nel subcontinente è ai livelli delle moderne economie occidentali.

Nel 2019 il giro di affari ha superato la soglia di 1,5 miliardi di dollari e il trend di crescita fa presupporre che il 2020 si chiuda attorno ai 2 miliardi. Lo studio ha preso in considerazione quattro macro aree :

  • Co-working: $ 500 milioni
  • Co-living: $ 400 milioni
  • Mobilità condivisa: $ 630 milioni
  • Noleggio mobili e arredamento: $ 200 milioni

Gli investimenti complessivi a oggi ammontano a 3,7 miliardi dollari ed è previsto che nei prossimi due anni sarà reinvestita la medesima cifra. Anche le IPO aumenteranno nei prossimi 2 o 3 anni. Addirittura, secondo la Consultancy EY, entro il 2023 l’intero settore varrà 20 miliardi di dollari.

 

Demografia indiana: un popolo giovane

 

Se guardiamo alla demografia dell’India vediamo che su 1 ,366 miliardi di abitanti, il 50% è di età inferiore ai 25 anni e oltre il 65% di età inferiore ai 35 (fonte Qwe-wiki). Solo per intenderci le percentuali in Europa sono la metà: 26,4% sotto i 25 anni e il 33% sotto i 35 anni (fonte Eurostat).  Secondo i grafici di Animatedata ne esce fuori una struttura demografica a cipolla con una forte spinta dalle fasce basse.  Seguendo l’andamento dei dati entro il 2024 l’India sarà il paese più popoloso al mondo e con un’età media molto bassa.

 

In un contesto simile le giovani generazioni avranno un peso sempre più rilevante sull’andamento dell’economia indiana. Invest India individua due driver che indurranno i giovani indiani a scegliere l’accesso anziché l’acquisto:

  • aumento della mobilità della forza lavoro: i giovani son sempre più in movimento e non vogliono caricarsi di beni immobili. Si spostano da un luogo di lavoro a un altro a seconda delle richieste di lavoro. Preferiscono investire in esperienze come viaggi o corsi di formazione piuttosto che esseri legati al mutuo per un’auto o per la casa.
  • vita professionale incerta: l’incertezza li induce a non assumersi impegni in termini di capitali bloccati che sarebbero difficili da liquidare.

Ne sono testimonianza le abitudini dei giovani indiani. Per i loro genitori avere un auto o due per famiglia era un fattore importante. Uno status symbol. Per le nuove generazioni, al contrario, meno mezzi si hanno e meglio è. Una vettura al massimo, ma è comunque preferibile viaggiare coi mezzi della Sharing Mobility.

 

L’opinione degli operatori di Sharing Economy in India:

 

Karan Jan è cofounder di Revv Car Rental, una start up attiva nel settore dell’autonoleggio. Noleggiano auto a mesi, settimane, giorni e addirittura a ore. Hanno una flotta di 4000 veicoli. Secondo lui: Questa generazione consuma di più e possiede di meno.

Neetish Sarda è fondatore di SmartWorks, una start up attiva nel settore del coworking. Lui afferma che il 25-30% degli uffici in India è rappresentato dal coworking. A oggi il coworking occupa 6 milioni di metri quadri. Solo fino a qualche anno fa erano la metà.

Su Airbnb sono registrate 54000 proprietà immobiliari destinate all’affitto breve distribuite su 100 città indiane. Solo per quanto riguarda la fascia dei millennials, Airbnb calcola che, su 450 milioni di ragazzi, 240 milioni vivono nelle aree urbane e necessitano di una sistemazione quando si spostano. Questo dato è maggiore di qualsiasi altra macro regione nel mondo. Si tratta di un potenziale elevatissimo.

Il ritratto che ne esce è quello di una generazione piuttosto liquida, come del resto vediamo in tutto il resto del mondo, con la differenza che parliamo di 888 milioni di persone che nei prossimi anni saranno in grado di generare un massa critica importante e unica al mondo. Motivo per cui i big del settore guardano con molto interesse al subcontinente.

 

 

 

 

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